domenica 8 novembre 2009

Arco del Castello di Ghiaccio 07

Il castello si rigenera.
Sono basito.
Cammino a passo leggero e sfioro con la mano i muri congelati.
Non è rimasto nessuno sfregio, neanche l'ombra dei resti dei muri che ho spaccato.
Niente polveri di diamante che aleggiano nel cielo. E' tutto pulito.
Guardo le mie mani, perfettamente pulite. Nessun graffio.
Comincio a vagare per tutta la base del castello, solo lì fin'ora sono stato, a passo veloce.
Quasi saltello, sapete, per tenermi caldo.
Allorché mi fermo e guardo la stanza da pranzo, completamente sigillata.
Tutte quelle ore, quei giorni, quei secoli passati per aprire un varco sono stati inutili. O forse no?
Riflettendoci, il solo perdere tempo mi ha fatto comprendere che c'è qualcosa che non va.
Cos'altro c'è che non va in un castello di ghiaccio nel nulla?
Mi trascino per i corridoi, saltello, faccio finta di avere un lungo mantello e scivolo. Il fatto che non ci sia nessuno aiuta ad esprimermi ed a divertirmi, ah.
Da padrone del castello di nessuno quale sono, scivolo e m'infiltro nella stanza da ballo.
Guardo il fondo del lago e vedo, ah, cosa vedo! La mia sedia, la sedia di nessuno anzi, che volteggia nell'acqua. Sorrido a nessuno, ho un indizio divertente.
Nessuno mi dà un'idea da pazzi, io decido di metterla in pratica.
Mi spoglio, dò i miei vestiti a nessuno e chiedo di piegarmeli. Non lo fa. Nessuno mi piega mai i vestiti.
Entro piano piano nell'acqua. Un brivido violento mi assale, quasi desisto ma continuo.
Divento bianco dal freddo, è un fuoco freddo quell'acqua, sto bruciando congelato.
Ma da eroe del castello quale sono, mi addentro e resisto.
Il freddo è una bazzecola per me, che ho passato tutto questo tempo nel castello.
Miro la sedia e mi tuffo. Completamente congelato, mi ribello al freddo, lo sconfiggo ed afferro il mio obiettivo.
Tornato in superficie, estraggo la sedia e mi ritrovo una spada in mano. Stupito, accantono la sorpresa e penso prima a vestirmi.
Da sole del castello quale sono, mi ritrovo già asciugato. Una volta vestito, prendo la spada e la osservo. Completamente bianca, brillante, ma tiepida al tatto. La affondo a metà nel lago, e sott'acqua si rivela essere una sedia.
In pratica, l'oggetto che ho spostato dalla sua immobilità immemorabile è diventata la mia arma? Perché?
Guerriero del castello quale sono, scivolo leggiadro verso le scale.
Guardo in avanti, scalinate bianche e dritte.
Non ho più nulla da fare quaggiù, saliamo sopra.

Leggiadro, salgo.

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