mercoledì 2 dicembre 2009

Arco della discesa del tempo 03

Mi chiedo cosa significhi essere.
Atterro leggiadro, in punta di piedi. Buttarsi da un burrone ed aleggiare fino al pavimento ti dà la sensazione di essere poco reale.
In fondo sentirsi belli saldi, piantati al terreno, ti dà la sensazione di essere reale.
Siamo costretti a rimaner piantati all'entità sotto ai nostri piedi formata da lava, terra ed acqua.
Miliardi di persone sono convinti di essere reali grazie alla terra, quest'enorme massa di roccia che vaga nella galassia; noi siamo vivi e reali grazie ad essa. Quasi fosse il nostro Dio.
Eppure ora plano, ignorando spudoratamente il richiamo della divina gravità.
Poi atterro, e le mie riflessioni scoppiano come bolle di sapone. Torno alla realtà.
Gli altri due mi stanno aspettando. Ci troviamo in una stanza grigia e spenta fatta con mattoni di pietra perfettamente quadrata, con i soliti grotteschi pittogrammi greci. In alto c'è il nulla; il soffitto non serve se la gente va e viene volando. Non ci sono sorgenti di luce, eppure siamo capaci di vedere. Un flebile rumore ritmico agisce da sottofondo.
In questa stanzetta si trova una porta a due ante di pietra.
Adoro il simbolismo delle porte; indicano sempre un passaggio di stato. Come il passaggio dall'ignoranza all'illuminazione, dalla vita terrena alla vita spirituale, da una stanza all'altra. Bando alle mie riflessioni, è tempo di andare avanti.
Il Guerriero prontamente tenta di aprire il portone, permettendoci il consueto passaggio di stato. L'anta fatta di pietra impiega giustamente il suo tempo per farsi aprire, io intanto curioso e sbircio per sapere cosa dovremo affrontare.
" Non so come la vedrete voi, ma a me appare una cosa piuttosto singolare. " Dico.
Siamo in una vasta sala di pietra quadrata, con pavimento e soffitto intatti. L'aria di antico e di polvere mi spinge a credere di trovarci sotto terra. Uno sguardo veloce mi informa della presenza di colonne e diverse statue, sia intere che rotte.
Sul soffitto di pura pietra sono scavate delle finestre che portano chissà dove, da cui proviene una forte luce chiara. Piacevoli raggi luminosi proiettano quadrati bianchi sul pavimento, stendendo un velo chiaro e trasparente; attraverso di essi, soffici granelli di polvere galleggiano nell'aria.
Muschio e licheni di un inconsueto colore rosso ricoprono le mura e le colonne. Ci troviamo in una classica rovina di qualche costruzione antichissima, o almeno il mio io mi consente di vedere quest'immagine. Mi chiedo appunto come la vedessero gli altri. Indago sulle loro espressioni che vagano dall'inquietata a divertita. Per l'appunto la Pietra Filosofale pareva particolarmente entusiasta.
" Ehi, che cosa divertente! Non mi è mai successo di arrivare in una stanza simile. " Disse la pietra filosofale.
La grossa area quadrata, senza nessuna via di uscita tranne la porta da cui siamo usciti e le finestre, era divisa in tre parti da un corridoio di statue animate.
Sculture dal corpo di uomo e testa di bue applaudono lentamente e meccanicamente all'unisono, creando un'atmosfera inquietante.
Il guerriero esamina la stanza con circospezione. " Non ci sono altre porte, dovremo salire per la finestra? " Chiede.
" Tu che dici? Sono troppo in alto, e di certo non possiamo volare di nuovo. Non avrebbe senso. " Rispondo io.
" Effettivamente.. " Riflette pensieroso il Guerriero Dorato " Se siamo finiti in questa stanza c'è un motivo. "
" Esatto! " Conferma sinuosamente la Pietra Filosofale, fin troppo divertita. " Dovete risolvere un enigma! "
Intanto le statue applaudono meccanicamente.
Fantastico, un enigma! Mi sono sempre piaciuti gli enigmi, ma qualcosa mi dice che non sono io in realtà a doverlo risolvere. Dopo qualche attimo di riflessione giungo alla soluzione, ma taccio.
L'unico che non ha capito è lui, Dorato, ma si sta impegnando. Provo quasi dispiacere e, nella pietà che provo, cerco di dare un messaggio velato. Un piccolo indizio.
Siamo in una stanza chiusa, l'unico indizio è una fila di statue grottesche che applaudono, bisogna vedere il tutto un po' fuori dal contesto, immagino.
" ..Sei mai andata al teatro, Pietra Filosofale? " Chiedo, appoggiandomi ad un muro. Lei si avvicina ed osserva la mia verga. A scanso di equivoci, odio i doppisensi, ragion per cui leggete seriamente e non ridacchiate. Le consegno il mio bastone e glielo lascio esaminare. Mentre con lo sguardo osservava annoiata il mio strumento, e per favore siate seri, mi risponde. " Certamente, tra queste stanze mi è capitato di imbattermi in un teatro. " " Ed hai assistito ad un'opera teatrale? "
" Maccerto~! Gli spettacoli che possono partorire dalle anime vaganti quaggiù sono assolutamente divertenti! "
" Oh, sono divertenti dunque? Hai espresso agli attori il tuo apprezzamento, comunque? "
" Assolutamente. " E qui sorride con una maliziosa complicità. " Ho regalato loro un meritatissimo applauso~! "
Il guerriero ascolta e ci guarda impietrito. Evidentemente ha capito, poveretto, ma sembra aver preso la soluzione in malo modo. Impallidito, riflette.
" Devo.. stupire il pubblico? Questi bovini!? " Chiede.
Devo, devo, devo. Già pensi alla tua persona? Immaginavo non fosse un enigma per me, comunque . Cosa c'è guerriero, ti vergogni? Devi metterti in mostra ed ammaliare il pubblico!
" Ma io non so fare niente! " Dice lui. Intanto l'applauso ritmico ci tiene compagnia.
" Non hai in mente una canzone da cantare? " Suggerisce Pietra ma, no, lui non ne ha.
" Non sai fare qualche giochino stupido? " Consiglio io ma, no, lui non sa farne.
" Andate al diavolo, perché dovrei fare qualcosa io!? Perché non voi? " Ci chiede urlando. Vorrei saperlo anche io, effettivamente.
Il Guerriero è nel panico, si copre il volto con le mani e si vergogna di non so cosa.
" Non sono preparato, non ne sono capace! Ma quale siparietto, ma quale spettacolo!! Non.. non è da Guerrieri! "
Spacca tutto allora, che ne so.
" Giammai! Assolutamente no, perché dovrei espormi in questo modo! " Sbotta e si rintana in un angolo. " Fatelo voi.. "
La Pietra Filosofale è disgustata. " Che cosa.. patetica! " Commenta.
I buoi sembrano averla sentita. Smettono lentamente di applaudire, riconoscendo la sconsolatezza della situazione.
I riflettori del sipario, la luce dalle finestre sul soffitto si spengono di colpo.
Cala il silenzio, interrotto ogni tanto dal "Bah!" del guerriero.
Infine, si sente un rumore pesante e basso; un passaggio si è aperto. Al centro della stanza si staglia un immenso pozzo.
Mi sorprendo, abbiamo risolto l'enigma ma esattamente al contrario di come credevo.
Una crepa in più nella corazza del guerriero.
Nemmeno la Pietra Filosofale si aspettava questa svolta. Infine dovevamo far smettere di applaudire le statue, non avrebbe avuto senso soddisfarle ancor di più.
Sono incuriosito però della reazione fin troppo umana del Guerriero Dorato.
" Vieni qui, timidone!! Deprimendo il pubblico hai appena conquistato il passaggio per la stanza successiva~!! Andiamoo? " Urla la Pietra.
Modi smielati a parte ha ragione.
Ci riuniamo tutti e, dopo pochi attimi di esitazione ci buttiamo.
Io lo faccio per ultimo, perché voglio ancora godermi l'aria antica della stanza.

Eroicamente, ci tuffiamo.