domenica 11 aprile 2010

Arco della discesa del tempo 06

Ci guardiamo intorno spaesati. Siamo sulla piattaforma rocciosa, con righe di muschio tra un blocco di pietra e l'altro, ed un portone ad un'estremità. Sento l'odore della natura provenire da terra ma altrove non si sente nulla. E' tutto bianco fuori dalla piattaforma, non capisco se di fronte a me si trova l'infinito o solo un muro invisibile.
Il Guerriero Dorato si avvicina al bordo e cerca di vedere cosa c'è giù. La Pietra Filosofale fa qualche passo indietro commentando - Brr, che paura di cadere. -
- Secondo voi - Suggerisco - Sarebbe una buona idea buttarsi giù? O dovremmo tornare indietro? - Il guizzo di pazzia nei miei occhi è nascosto dal mio volto indifferente. I miei compagni di viaggio mi guardano un po' stupiti. - Ma sei scemo? Non possiamo buttarci giù, non so nemmeno cosa possa succedere. - Dice la strega. Il guerriero aggiunge - Forse dovremmo tornare indietro, in qualche modo. - Con poca convinzione.
Perché sì, ho intravisto uno sguardo interessato. Mi rendo conto che è un'idea che lo affascina, ma lui ha paura, povero guerriero. Anche dentro di te c'è qualche rotella fuori posto.
Con tutta la mia abilità recitativa dico - E va bene, torniamo indietro. - Inserisco una buona dose di indifferenza e irritazione, quella che uso sempre.
E ci vuole una grande abilità a risultare credibili, quando l'adrenalina scorre nelle tue vene. I due commentano qualcosa di scarso interesse e tornano indietro, preoccupati, pensierosi.
Faccio due passi, mi giro e corro verso una direzione a caso. - Argento! - Urla il guerriero, con un tono falsamente sorpreso.
Salto giù dalla piattaforma e precipito. Sento i sussurri sorpresi dei miei compagni, sebbene sia già lontano. Dopodiché, tutto bianco, non ci vedo più. Con una forza quasi violenta, perdo conoscenza. Come se una volontà indicibile abbia calato il sipario, e spento le luci, in attesa del cambio di scena.
Apro gli occhi. Sono circondato dal buio, sono in ginocchio. Di fronte a me qualcosa si vede, ci sono delle rocce e dell'erba, qualche fungo. Mi rendo conto di essere in una grotta, dall'alto arriva uno spiraglio di luce grazie ad un'apertura delle rocce. Neanche mi preoccupo di vedere e capire cosa c'è all'esterno da quel buchino, so già che vedrò solo bianco.
Avverto delle fievole presenze dagli occhi rossi, arie divertite e sghignazzanti. Uno in particolare va sotto la luce e si fa vedere. E' una creatura bassa, magra, pelle viola, con la pancia rigonfia, tutto nudo. Capelli bianchi, volto quasi umanoide, occhi senza pupille, con pesanti occhiaie e mento grosso, lingua a penzoloni. Praticamente un mostro.
- Ohhh, tu sei Argento! Argento, caro mio! Non chiederti chi siamo noi, no, non chiedermelo eheh, te lo dirò io. Noi siamo l'amaro, siamo la consapevolezza. Non siamo mostri, lo sai, eheh, siamo nati da te e da Dorato, ma solo tu evidentemente vuoi raggiungerci! -
Sento altre consapevolezze che mi saltellano accanto, mentre soffocano le risate. - Perché ridiamo, ti chiedi, perché ridiamo? ahah, eheh. Quando ti rendi conto di qualcosa, non senti l'amara e delusa risata di disgusto? Siamo disgustosi, vero? ahaha, eheheheh. Che schifo. Non c'è bisogno di chiedermi nulla, smettila di pensare. Noi anticipiamo ogni tua domanda, siamo consapevoli dei tuoi dubbi dal momento che eheheh nascono. - Lui, essere immondo, gira la testa, muove la lingua e sputa quando parla. La consapevolezza è terribile.
- Stammi a sentire, renditi conto, eheheheh, renditi conto della situazione. Ti sei accorto del vicolo cieco in cui siete caduti, no? No? Avanti, avanti, renditi conto: siete stati fuorviati, allontanati dal vostro obiettivo. Il suo obiettivo qual'era, no? eheh, era uccidere la strega. Perché ora non vuole più? Perché ahahah siete di fronte ad un vicolo cieco? -
Una voce estremamente vicina e disgustosa dice -Uccidila- Altre risate seguirono l'affermazione. - Che sia cattivo o meno, ops, cattiva o meno, eheheheh, va eliminata, te lo diciamo noi, lo dicono tutti. E' una vipera che aspetta solo di sputare il suo acido su di voi, ehehAHAH. Che schifo, vero? Lo sai che fa schifo, lo sai che è una situazione di merda, ma devi farlo. -
Le altre, scimmiesche, saltellano e ridono, schiamazzano. Qualcuno dice - Usa la magia, usa la magia! - In tutta risposta, un'altra - Che te ne frega dell'ultimo incidente, tu SAI usarla, tu hshahaha PUOI, falla fuori, fai fuori entrambi, che te ne frega! -
Comincio ad avere paura, a fremere, quando la consapevolezza si fa più forte.
- Uccidili, UCCIDILI ENTRAMBI - - FAlli fuoOri, TUtti, fai La CoSA giuSTA - - LO SAI, LO SAI, CHE SEI PA..-
Apro gli occhi, sono fuori, sulla piattaforma. Respiro affannosamente, cerco di aggrapparmi a qualcosa. Mi ricordo di avere un bastone da mago. Perché sono un mago..
Mi appoggio alla verga, cerco di alzarmi e la guardo, luminosa. So usare la magia.
Torno dal mio compagno, torno indietro.

Eroicamente, indietreggio.










Nel profondo dell'oscurità, si sentono numerose risate. Quando la giustificazione si maschera di consapevolezza, non senti un certo sollievo? Non ti viene da ridere?
Lo sai che stai mentendo a te stesso, piccolo?
Che stai per fare?
Le voci da sotto terra raggiungono Argento, perché può sentirle sempre.
Semplicemente, non vuole sentirle.
ahahahahah.