lunedì 22 marzo 2010

Squarci di Willfire

Ricarico l'uzi, sputo a terra, guardo l'orizzonte ed urlo.
Nel cielo azzurro, nella terra nera, fumante, tra i cadaveri bruciati, tra la puzza di nuovo e del rogo.
Non te lo dirò mai, ma amo combattere con te, amo insultarti, amo fare a pugni con te, amo beccarmi i tuoi morsi, amo urlare il tuo nome fingendo di essere incazzato.
Non te lo dirò mai, ma adesso sto combattendo anche per te.
Sparo in cielo, come se ululassi.
Poi mi metto in cammino, ti devo ritrovare.

martedì 2 marzo 2010

Cubo di ghiaccio. 01

Chiudere gli occhi e resistere.
Continuare fino alla fine, sperando che non faccia troppo male.
Accorgersi che sanguini troppo.
Sono stanco di star seduto con le ginocchia a terra, tra queste lame arrugginite.
Più passa, più affondano.
E più mi immergo, più questa stanza si trasforma.
Da un bagno normalissimo, mi ritrovo in una prigione di ghiaccio. Fredda.
Le lame sono spilli congelati, rosse del mio sangue.
Ed io non posso fare a meno di immergermi.
Di stare ad aspettare, di respirare nuvole d'aria condensata.
Sto morendo assiderato, sto diventando tutt'uno con la stanza in cui sono rinchiuso, che ho creato. Nel freddo c'è solo la morte, ma è un silenzio trionfante, i miei pori fischiano aria compressa con uno stridore mai sentito.
Sembra la prigionia giusta per i miei errori.
Diventare un pupazzo di neve in una stanza vuota.
Sarebbe stupendo, se non facesse così male. E non ho il privilegio di abitare in una villa bianca, perché ho macchiato tutto col mio sangue.
Aspettiamo che questa stanza si riempia di neve, che sia naturale o dai miei occhi.
Appoggio l'orecchio al muro, mi abbandono ed aspetto. Sembra che anche al di fuori di questa stanza tutto taccia, che il freddo abbia dominato su tutte le pareti.
Tremo e sospiro. Spero sempre sia il mio ultimo respiro, invece è solo una goccia di sangue in più.

Soffro dietro queste mura.

lunedì 1 marzo 2010

Arco della discesa del tempo 05

Atterro con un tonfo.
Sollevo un nuvolone di polvere, qualcuno tossisce. Mi accorgo di non vederci.
E' tutto buio, nessun alone luminoso. Qualcosa non va.
" Che diamine succede? " Chiedo io.
" Non lo so, non mi è mai capitato prima. " risponde la Pietra Filosofale.
Il Guerriero Dorato spintona la porta trovata a tentoni. Al di fuori della nostra stanza si trova solo un pavimento grigio, logoro, fatto di mattoni. E basta.
Lo si può chiamar vicolo cieco, e c'è troppa luce per vederci. Il nulla ci circonda; in torno a noi si erige il regno del niente, mostrandosi a noi come infinito spazio bianco. E' una condizione così angosciante che potrei sedermi a terra allibito per ore. Quando mi capiterà di assistere ancora al nulla?
Il Guerriero Dorato cammina circospetto sulla piattaforma di pietre e mattoni sospesa nel vuoto. " Questo è un altro indovinello? "
" No, non avverto nessuna uscita nascosta. A costo di suonar ripetitiva, non mi è mai capitato di passare in una stanza del genere. " Risponde la Pietra Filosofale.
Siedo sul pavimento a gambe incrociate e rifletto. " Sembra più un vicolo cieco. E' possibile che abbiamo sbagliato strada? "
" No, in tutta la mia esperienza non mi è mai capitato di sbagliare.. "
" E' l'ennesima volta che dici una frase del genere. Sono stanco di sentirti dire che hai un'esperienza del cavolo. " Interrompe il Guerriero.
Guardo l'infinito.
Bene, ora che facciamo?

Eroicamente, ci fermiamo.

Arco della discesa del tempo 04

Atterro. Fluido, conciso, senza troppe moine. I miei compagni stanno aspettando.
Ci troviamo nella solita antica stanza quadrata senza soffitto. Una luce soffusa e dalla dubbia provenienza ci permette di vedere.
La porta si apre, non cigola nemmeno, ed il guerriero non impiega troppa forza.
Ci ritroviamo in una stanza ampia, quadrata ed assolutamente grigia. Sono rovine, di questo ormai sono sicuro. Polvere e luce spezzata cadono dalle finestre, un dolce sciabordio mi rende consapevole della presenza dell'acqua.
Infatti eccola. Una piscina quadrata, acqua scura in continuo movimento.
Il Guerriero osserva, la pietra sorride.
Quest'ultima esclama, maliziosa: "Ohh, adesso è l'ora di un bello spettacolo di nuoto sincronizzato! Farai così impressione ai pesci che smetteranno di applaudire ed apriranno una nuova porta~!"
Mi avvicino al bordo della piscina ed osservo i pesci grigi e rocciosi che nuotano nella penombra.
"Così" Asserisco "Anche voi vedete una piscina.."
Il Guerriero Dorato commenta "E' vero. Io vedo un lago artificiale. Li vedete, vero, quei pesci? Sembrano statue."
Piccole carpe riposano placidamente nel fondo poco illuminato, osservandole attentamente sembrano fatte allo stesso modo delle statue bufalo della stanza precedente.
Mi siedo a terra, ascolto l'acqua. Comincio: "Non posso parlare per esperienza personale, ma sono certo quando dico che per ogni cosa c'è un perché. Ogni vita, ogni edificio, ogni strada, ogni montagna è nata per un motivo. Può capitare di trovarsi in posti o situazioni nati apposta per provarti e renderti una persona migliore. Chi siete voi, e perché siamo qui?"
Passano un paio di secondi, la Pietra commenta dolcemente: "Rendiamoci conto della caducità di questo posto, della potenza dell'illusione. Io sono la Pietra Filosofale. Io sono la vita e la morte, io sono la conoscenza e l'ignoranza. Io sono la mente e l'anima. Ma soprattutto io sono, solo perché siete voi a volere che io sia."
Il Guerriero Dorato si avvicina a me e guarda in alto. Il mio sguardo accompagna il suo e mi fa notare la grande finestra sul soffitto. E' tutto di un bianco innocente e puro.
"In poche parole, tu non esisti." Affermo io.
"Invece esisto, dire che faccio parte di voi è dire poco."
"Guerriero, tu perché esisti?" Chiedo.
"Per salvare tutti.." Risponde poco convinto.
"Dove sei diretto? Dì la verità."
"Credo di essermi perso, lo ammetto. Sono arrivato qui per caso."
"Non dovevi uccidere la Strega?"
"Sì, è vero. Dovevo fare anche quello."
Interviene Pietra Filosofale, che si siede tra noi due: "Tutti abbiamo una strega da raggiungere, da salvare o da uccidere." Sorride. Si è fatta malinconica da quando ha ammesso di quasi-non-esistere.
Il Guerriero Dorato si perde fissando la luce. "Devo ammetterlo, compagni miei, mi sento un po' confuso. Ho perso di vista il mio obiettivo, e mentre parlavate di ciò, mi avete ricordato che i miei obiettivi paiono leggermente.. sfalsati. Non ricordo chi sono al di fuori di quest'armatura. Cosa c'è dentro questo pezzo di metallo? Quando ho deciso di indossarlo per combattere? Mi preparai a combattere per uccidere la strega ma, detto tra di noi, tra queste quattro mura, io non voglio uccidere la strega. "
Naturale, è parte di te.
"Perché allora mi sono preparato per questo? Perché anelo alla sua morte? La strega è nemica dei miei alleati, la strega ammalia e mangia le persone innocenti. Così mi è stato detto, così ho capito. Ho appena intrapreso questo viaggio e già ho dei dubbi.
La strega non è mia nemica, mi sembra quasi una forzatura..
Ho bisogno di parlarne con lei. "
Cautamente commento "Sembriamo dei pesci in una boccia di cristallo. Stiamo aspettando la nostra strega, solo lei può cibarci."
"Quindi~" Interviene Pietra "Forse non sono la strega che cercate."
"A questo punto posso azzardare a chiamarti nostra guida, o compagna." Risponde Guerriero.
Dopo qualche minuto di ponderazione, il Guerriero chiede "Pietra Filosofale, potresti toccare l'acqua della piscina..?"
Lei acconsente.
Nello stesso momento, tutti i piccoli pesci si avvicinano alla mano. Hanno finalmente trovato la loro guida. La loro strega. "Bell'intuizione." Mi complimento col Guerriero mentre l'acqua scende, velocemente, dando spazio al nostro passaggio per la stanza successiva. Quei pesci eravamo noi.
La nostra guida si butta a capofitto, il Guerriero Dorato esita un attimo.
"Ti vedo pensieroso, Guerriero. Cosa c'è?"
"Forse Pietra Filosofale non è la strega che cerchiamo.. ma a me sembra spaventosamente familiare."
Dopo qualche attimo, si butta giù. Tiro un sospiro, e mi butto anch'io.
Eroicamente, ci tuffiamo.