giovedì 22 ottobre 2009

Arco del Castello di Ghiaccio 04

Ho assalito quel muro.
L'ho preso a sassate, l'ho riempito di crepe, di buchi, l'ho distrutto.
La pietra che usavo si è sbriciolata tra le mie mani, per la mia veemenza.
Con le mie mani viola, prive di sensibilità, ho preso a pugni quelle crepe.
Ho dato morsi, testate, calci, spallate.
Mi sono fatto male, ho subito contusioni, graffi, lividi.
Quando il muro cominciò a mostrarsi pericolante, ha smesso improvvisamente di cedere.
Più vicino vedevo il mio traguardo, meno possibile mi sembrava.
Arrivò un momento in cui ero convinto che non ce l'avrei fatta.
In ginocchio, testa china, mi sono arreso.
Rabbrividivo, alitavo sulle mani per riscaldarle ma non sentivo nulla.
Attorno a me c'erano polveri di diamante, pezzi di mattoni di ghiaccio, briciole di pietre.
Quando pensai di rinunciare ed andarmene, il muro crollò.

Sbirciai nella camera.
Quella che vedevo era una stanza da pranzo bianca, pura, fredda ed immobile. Un lungo tavolo ospitava decine di sedie, piatti e posate.
Sedetti al capotavola, un trono pieno di fronzoli e rose bianche quasi come porcellana, e guardai i miei ospiti invisibili.
Benvenuto, nessuno. Sono molto felice che nessuno sia venuto a trovarmi, a farmi compagnia ed a tenermi caldo.
Grazie, nessuno.
Poggiai i piedi sul tavolo; non importa se è maleducazione: nessuno mi guardava.



{(@)}

2 commenti:

  1. chi sta a capotavola paga! *gnè gnè*

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  2. smutandatore-sama, guardati un po' 'sto blog X°°°°°°

    http://www.spinoza.it

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