martedì 2 marzo 2010

Cubo di ghiaccio. 01

Chiudere gli occhi e resistere.
Continuare fino alla fine, sperando che non faccia troppo male.
Accorgersi che sanguini troppo.
Sono stanco di star seduto con le ginocchia a terra, tra queste lame arrugginite.
Più passa, più affondano.
E più mi immergo, più questa stanza si trasforma.
Da un bagno normalissimo, mi ritrovo in una prigione di ghiaccio. Fredda.
Le lame sono spilli congelati, rosse del mio sangue.
Ed io non posso fare a meno di immergermi.
Di stare ad aspettare, di respirare nuvole d'aria condensata.
Sto morendo assiderato, sto diventando tutt'uno con la stanza in cui sono rinchiuso, che ho creato. Nel freddo c'è solo la morte, ma è un silenzio trionfante, i miei pori fischiano aria compressa con uno stridore mai sentito.
Sembra la prigionia giusta per i miei errori.
Diventare un pupazzo di neve in una stanza vuota.
Sarebbe stupendo, se non facesse così male. E non ho il privilegio di abitare in una villa bianca, perché ho macchiato tutto col mio sangue.
Aspettiamo che questa stanza si riempia di neve, che sia naturale o dai miei occhi.
Appoggio l'orecchio al muro, mi abbandono ed aspetto. Sembra che anche al di fuori di questa stanza tutto taccia, che il freddo abbia dominato su tutte le pareti.
Tremo e sospiro. Spero sempre sia il mio ultimo respiro, invece è solo una goccia di sangue in più.

Soffro dietro queste mura.

1 commento:

  1. ma allora sei proprio fissato col ghiaccio ò.ò che dire, bellissimo, come al solito. Sei noioso, non puoi scrivere una merdaccia una volta, tanto per variare un po'? *invidia*

    RispondiElimina