mercoledì 10 febbraio 2010

Squarci di Willfire

Per quanto sia inverosimile, sto affrontando un drago.
Non si tratta di un 'voglio farlo'.
Stiamo parlando di sopravvivere, di vincere e superare quell'ostacolo.
Non si tratta di 'devo farlo'.
Stiamo parlando della mia famiglia, dei miei amici, di tutto ciò che ho.
Emergo dalle fiamme, che surrealmente sembrano non farmi nulla. Perché non sto bruciando.
Stiamo parlando della mia vita, e della loro. Sputo la fuliggine che ho in bocca.
Non stiamo parlando di 'darò il meglio di me'.
Io supererò quest'ostacolo, perché non voglio nemmeno pensare alle alternative che ho.
Stiamo parlando di assolutismo, escludo ogni possibilità di fallimento.
Che vada affanculo quel rettile, che muoia quella stronza che mi ha gettato in questo casino.
Il moto della volontà di farcela mi muove; sono un burattino vivente che viene aiutato dai fili per farcela.
L'adrenalina scorre ovunque e mi sale agli occhi, ho le iridi splendenti.
Smetto di pensare, il mio ego razionale scivola via e dà il posto al mio ego bestia, l'ego che ce la farà.
Corro in avanti, come nessuno farebbe mai, schivo, rotolo, salto, come nessuno farebbe mai.
Il drago mi alita in faccia, ed io supero il fuoco. Perché il calore non fa nulla a me, che devo vivere.
Il drago mi morde, ed io subisco. Mi faccio mordere.
Come posso bruciare, quando dentro di me c'è il rogo della sopravvivenza?
Sparo nell'occhio al drago, una, due, tre, dieci raffiche di colpi col mio UZI.
Intorno a me tutto esplode. Il drago muore e le sue polveri festeggiano scoppiando.
Ho un braccio sbrandellato, adesso.
Ho una nemica, da qualche parte.
Ma cazzo, sono vivo. Lo sapevo.

2 commenti: